Haymo Gutweniger, sorridente e sempre disponibile.
Se le gare di BBQ della KCBS funzionano equamente e senza intoppi è merito suo, oltre ad essere responsabile ufficiale della Kansas City Barbecue Society è prima di tutto un grande appassionato ed esperto di BBQ.
Come ti sei avvicinato al mondo del BBQ?
Questa è una bella domanda... Sono partito, come penso un pò tutti noi da ragazzino. Non era BBQ ma griglia, la classica salsiccia cotta sullo stecchino sopra il fuoco. Bruciata fuori, cruda all'interno, ma era buona siccome l'avevo fatta da solo. No scherzi a parte.
Circa 25 anni fa ho vissuto in California per un pò di tempo, in quel periodo ho conosciuto per la prima volta la cottura lenta di grossi pezzi di carne. Dopo essere tornato a casa ho subito preso il mio primo smoker offset che ho ancora e sono andato avanti.
In quei tempi (primi anni 90) non si parlava ancora di BBQ e di cotture di grandi dimensioni, ma io ho preparato così i miei primi tacchini interi e grossi tagli. Poi tanti anni dopo è partita l'avventura MiG (“Männer im Glutrausch” tradotto in uomini nell’ebbrezza della brace) con il primo corso per amici e siccome si voleva parlare BBQ da li è nato tutto.
Dopo aver ottenuto la certificazione come giudice KCBS tutto è partito velocemente.
Vedendo quello che si fa ovunque in Europa, anche in Italia possiamo dire che il movimento c'è e le idee nuove non mancano.
Cosa ti piace di questo movimento?
Le cose più piacevoli per me sono le improvvisazioni, le nuove creazioni e la miscela della nostra cultura culinari con il BBQ. Il trasportare le "vecchie" ricette dalla cucina al BBQ.
E poi logicamente mi piace quello che oggi a tutti noi manca: il tempo.
Tempo da spendere con la famiglia, con gli amici, lo stare insieme.
In queste occasioni ci prendiamo un momento per parlare, e per passare ore tranquille rilassandoci. Alla fine, questo è lo spirito che preferisco.
Che evoluzione ha avuto il movimento del BBQ in Italia negli ultimi anni? In cosa è differente rispetto al movimento internazionale?
Evoluzione è la parola giusta, e dico che siamo solamente agli inizi. Non parlo del BBQ da competizione ma di quello privato, con amici. Sarà sempre più importante prendersi questi momenti di relax, di spirito di vita, per goderci le giornate. È su questo vedo poca differenza rispetto al movimento internazionale.
Forse siamo partiti un attimo dopo, ma lo spirito c'è, ed è quella la cosa importante.
Dall'altra parte il BBQ da competizione è tutta un altra cosa, è più sport che svago e sarà sempre più professionale e competitivo.
Le squadre si formano, si sciolgono e se ne ricreano…
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Una cosa devo dirla subito, non comincerò a parlare del mio lavoro, sarebbe tutta un altra cosa. Qui parlo della mia passione, perché non è altro. Nella mia vita "privata" faccio tutt’altro. Qui parlo della mia passione: griglia e BBQ.
Da una parte con i MiG della Grill Academy organizziamo 20 - 22 corsi di griglia e BBQ durante l'anno. Affrontiamo tutte le varie tematiche: dai corsi per i principianti fino a quelli per i più appassionati ed esperti.
Insegniamo tecniche, nuove interpretazioni ma soprattutto filosofia culinaria.
Dalla frutta alla verdura, dal pesce alla carne per noi è fondamentale la qualità delle materie prime.
Su questo lavoriamo sempre e ne vogliamo fare capire l'importanza.
Oltre ai corsi organizziamo vari eventi, non per grandi masse, ma piuttosto per pochi fortunati dove possiamo veramente esprimere la nostra idea di qualità, di compagnia e sperimentando nuove interpretazioni.
Diciamo così, il grosso vantaggio che ho è che viaggio molto, ho la fortuna di incontrare vecchi amici e di conoscerne di nuovi con la mia stessa passione per il BBQ.
Una possibilità bellissima.
Qual'é la soddisfazione più grande che hai ricevuto in questi anni nel ambito del BBQ?
Devo dire che di soddisfazione non è una solo una, ma sono di più. La prima sicuramente è la telefonata con il Board of Managers di KCBS International con la loro richiesta se volevo intraprendere la strada per diventare REP, la seconda, una sensazione bellissima, la soddisfazione dopo la premiazione del primo W.E.S.T. nel 2015, con tutta la stanchezza addosso.
Infine l’invito per fare il giudice al Jack Daniel’s Invitational nel 2015, una vera soddisfazione poter far parte dell’evento più importante nel BBQ.
Considerando che il BBQ é nato negli Stati Uniti con gusti molto differenti dai nostri, pensi esista un'interpretazione italiana?
Questa tematica va presa sotto due punti di vista. Da una parte le gare e i contest. Li parliamo di American BBQ tradizionale.
Per questo dobbiamo avvicinarci il più possibile alle tradizioni americane, dobbiamo rispettarle e imparare ancora tanto.
Ma queste sono le gare, li ci battiamo sul campo con le loro tradizioni.
Per il resto del BBQ è giusto che ci sia la interpretazione, non solamente italiana, anche regionale e provinciale.
Faccio l’esempio di noi del MiG, che interpretiamo spesso delle ricette di cucina della nostra tradizione in forma nuova al BBQ.
Come per esempio la spalla d’agnello o di pecora, la punta di spalla speziata con la trigonella. Questo per me è lo spirito nel BBQ , anche i miei amici americani la vedono così, per esempio in Louisiana cucinano l’alligatore.
Non dobbiamo limitarci ma sperimentare e provare, così la tematica rimane infinita.
Come vedi il panorama del BBQ in Italia in futuro?
Io vedo una crescita, tuttavia avremo anche degli anni in cui ci sembrerà che tutto si calmi, per poi riprendere. Questo per quanto riguarda gare e competizioni.
Per il BBQ di tutti i giorni che facciamo in famiglia e con gli amici spero e confido di vedere tante nuove ricette e interpretazioni che seguano il gusto italiano. Questo porterà sempre più gente a godersi lo spirito di cottura all’aperto, di passatempo di qualità e di passione pura.